SLA ultime scoperte: alterazione metaboliche del colesterolo.
L’ultimo studio internazionale pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine dà nuove speranze sulla guarigione dalla SLA Sclerosi Laterale Amiotrofica che colpisce circa una persona su 350 e le cui cause non sono ancora del tutto chiare. I fattori genetici hanno un ruolo importante, ma anche i fattori ambientali e lo stile di vita incidono.
Nello studio a cui ha partecipato l’Irccs Istituto Auxologico italiano, il Centro Dino Ferrari e l’Università Statale di Milano con Vincenzo Silani, Antonia Ratti e Nicola Ticozzi, si è scoperto che ci sono delle alterazioni in corrispondenza di geni coinvolti nel metabolismo del colesterolo correlato all’infiammazione e nell’immunità.
Che cos’è la Sla?
La Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla), conosciuta anche come malattia di Lou Gehrig, è una malattia neurodegenerativa progressiva dell’età adulta, determinata dalla perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori.
Variazione nella metilazione in 45 siti di 42 geni
Nella ricerca è stato analizzato il DNA di 6.763 pazienti con sclerosi laterale amiotrofica e di 2.943 controlli sani. I ricercatori si sono focalizzati sull’epigenetica, cioè sulle modifiche che avvengono nella struttura dei geni, anziché sul loro codice. Sono state rilevate modifiche nella metilazione in 45 siti in 42 geni. I ricercatori riferiscono che “è il più vasto contributo di epigenetica e metilazione in una patologia neurodegenerativa e apre inattese prospettive terapeutiche”.
“Questo vasto studio di metilazione nella Sla è senza precedenti – afferma Silani, ordinario di Neurologia all’università Statale e primario di Neurologia all’Auxologico, e precisa: “I geni la cui metilazione risulta alterata nei pazienti, che sono quindi più o meno metilati rispetto a quelli nelle persone sane, sono coinvolti nel metabolismo, in particolare in quello del colesterolo Hdl, nell’immunità, nella definizione del basso indice di massa corporeo tipico dei pazienti con Sla e nella detossificazione dall’alcol.” –
La metilazione “È un fenomeno che avviene normalmente e che ha una funzione regolatoria: semplificando, più un gene è metilato, meno verrà letto e espresso”, spiega Adriano Chiò (uno degli autori), professore di neurologia dell’Università degli Studi di Torino e direttore della Struttura Complessa Neurologia 1 dell’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino. “La metilazione è un ponte tra la genetica e l’ambiente: può venire influenzata da fattori ambientali e dalle abitudini di vita. Il fumo di sigaretta, per esempio, induce metilazione e causa modifiche che permangono per anni anche dopo che si è smesso di fumare”.
Biosintesi del colesterolo è fondamentale per la fluidità delle membrane cellulari
Quella sul colesterolo, sottolineano Chiò e Silani, è in realtà una conferma del ruolo che questa molecola sembra avere nella patologia, già emersa in precedenza in importanti studi genetici, firmati anche dai due gruppi italiani. “Del resto la biosintesi del colesterolo risulta di importanza biologica fondamentale relativamente alla fluidità delle membrane cellulari, la formazione di sinapsi, la crescita neuritica e altro ancora”, aggiunge Silani.
Due siti di alterata metilazione, inoltre, sono stati dimostrati nel gene SGMS2, responsabile della produzione dell’enzima sfingomielina sintetasi 2, suggerendo che anche gli sfingolipidi possono avere un ruolo nella Sla. Si evidenzia anche il cointeressamento del sistema immunitario nella malattia, come già da tempo dimostrato.
Tra i malati, infine, profili di metilazione differenti sembrano avere un impatto sulla progressione della Sla, lasciando trasparire la possibilità di identificare fattori dalla valenza prognostica.
Trattamenti per la SLA e nuovi spiragli
“E’ importante che fattori ambientali noti, come il trattamento farmacologico con riluzolo, con cui la maggior parte dei pazienti italiani viene trattata, non interferiscano con i risultati raggiunti”, precisa Silani. “Questo accurato studio di epigenetica – rimarca il neurologo – sancisce ulteriormente l’impegno italiano e dei ricercatori che ho l’onore di coordinare da svariati anni nella definizione della Sla, che oggi conta più di 30 geni causali coinvolti in diverse vie metaboliche.“
“La metilazione alterata fornisce un’indicazione sulla direzione in cui guardare per cercare risposte sulla genesi della malattia, ma non dice in che modo e quanto un determinato fattore influisca”, prosegue Chiò. “Questo sarà l’obiettivo di future indagini”.
La Sla potrebbe essere corretta se si potrà intervenire sui meccanismi eziologici. Dunque, il modo in cui viene considerata questa patologia cambierà qualora le alterazioni nel metabolismo lipidico e nell’immunità si confermeranno rilevanti nella patogenesi della Sla.
La ricerca, che si avvale ormai di tecnologie sofisticate, ha però come scopo finale la terapia di una malattia che è un riferimento per le altre patologie neurodegenerative.
“Dei 45 punti di alterata metilazione identificati in questo studio per la Sla, 8 sono comuni anche ad altre patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson“, conclude Silani. “Una simile evidenza supporta una certa corrente di pensiero che si sta facendo strada tra la comunità scientifica: le malattie neurodegenerative potrebbero essere espressioni diverse di una stessa patologia. La convergenza c’è, ma resta da capire perché alcuni pazienti sviluppino una forma e altri un’altra”.
(Fonte: La Repubblica)