Serve dare voti bassi a scuola? Uno studio psicologico dice di no.
E’ sempre aperto il dibattito su quale approccio sia più efficace nell’apprendimento degli studenti: se gli insegnanti dovrebbero penalizzare gli studenti che non studiano o premiare quelli che lo fanno. Alcune scuole hanno deciso di non assegnare voti, e la questione dipende in gran parte dalla psicologia individuale degli studenti.
Esperimento su gruppo di bambini
Un esperimento è stato condotto su un gruppo di bambini in cui veniva loro data una biglia ogni volta che rispondevano correttamente a una domanda, mentre a un altro gruppo veniva dato un barattolo pieno di biglie, e ogni volta che rispondevano in modo errato, ne veniva tolta una. Si è osservato che i bambini imparavano più rapidamente quando perdevano le biglie invece di guadagnarle.
Un altro studio pubblicato sulla rivista “Cognition” ha coinvolto 88 studenti universitari. A questi studenti venivano detratti 25 centesimi di dollaro per ogni risposta errata e venivano dati 25 centesimi per ogni risposta corretta in un test. Anche in questo caso, la “punizione” (rappresentata da una perdita economica teorica) si è rivelata tre volte più efficace nel migliorare l’attenzione rispetto a una ricompensa.
Gli autori dell’esperimento, Jan Kubanek, ricercatore in neurobiologia presso la Scuola di Medicina dell’Università di Washington, e Richard A. Abrams, professore di psicologia, suggeriscono che sarebbe necessario modificare i criteri di valutazione, in modo che gli insegnanti partano da un punteggio fisso e sottraggano punti per ogni risposta errata degli studenti, anziché partire da zero e aggiungerne a seconda dell’impegno. Tuttavia, le implicazioni dovrebbero essere piccole, poiché tendiamo a reagire nello stesso modo a qualsiasi intensità di penalizzazione.
In sostanza, un eccesso di rigore non servirebbe a nulla.
(Fonte: Focus.it)