Nuovo farmaco per il tumore al seno: Trastuzumab deruxtecan, presentato agli inizi di giugno 2022 al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco).
Il nuovo farmaco è stato testato su 500 pazienti con tumore al seno di tipo HER2-low, in fase metastatica e già trattate in precedenza con le migliori terapie disponibili.
Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo monoclonale farmaco-coniugato anti-HER2 specificamente progettato, sviluppato e commercializzato congiuntamente da Daiichi Sankyo e AstraZeneca.
I risultati, pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine, sono molto entusiasmanti.
Come è stato testato Trastuzumab deruxtecan
Il farmaco è stato somministrato su una parte delle 500 partecipanti, mentre un’altra parte delle pazienti ha continuato con la chemioterapia.
I risultati hanno mostrato che nelle pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan, il rischio di progressione della malattia si è ridotto del 50% rispetto alla chemioterapia e la sopravvivenza è aumentata di circa sei mesi.
In più, su oltre la metà dei casi c’è stata anche una riduzione significativa delle metastasi, osservata invece solo nel 16% delle donne trattate con la chemioterapia standard.
La maggior parte delle pazienti coinvolte nello studio aveva un tumore positivo per i recettori ormonali, ma una piccola quota aveva invece una forma di tipo triplo negativo. I benefici si sono osservati anche in questo gruppo, ma il risultato deve essere confermato con ulteriori ricerche.
Tuttavia, i ricercatori hanno evidenziato che gli effetti collaterali del farmaco non sono trascurabili e richiedono ancora un attento monitoraggio.
Conclusioni nota AIRC
Come si legge nella nota dell’AIRC: “Rispetto alla chemioterapia, il trastuzumab deruxtecan ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione, cioè il numero di mesi o anni senza che la malattia si aggravi, e la sopravvivenza globale, cioè la durata della vita nelle donne trattate. Si delinea così una nuova sottocategoria del tumore, detta HER2-low (“basso”, ovvero con bassi livelli di espressione di questo recettore), della quale, secondo i risultati dello studio, fanno parte circa il 60 per cento delle pazienti il cui cancro al seno viene finora di norma classificato come negativo per HER2 e per le quali c’è ora una cura efficace.
Per i tumori con elevata espressione del recettore (HER2-positivi) esistono già particolari farmaci che sfruttano proprio la presenza di tali recettori sulle cellule tumorali. Questi medicinali si sono rilevati però poco efficaci nei tumori con pochi HER2, che finora venivano quindi trattati alla stregua dei tumori che non esprimono il recettore. I risultati di questo studio potrebbero però cambiare il modo di affrontare questa insidiosa malattia nella pratica clinica.”
(Fonte: focus.it)