Gli asintomatici Covid-19 hanno un gene che li protegge: si chiama HLA-DRB1*04:01 ed è stato riscontrato tre volte più spesso nei soggetti che non manifestano sintomi dell’infezione, rispetto a chi invece si ammala. A scoprirlo sono stati i ricercatori dell’Università di Newcastle.
Questa è la prima volta che si nota un collegamento genetico più evidente, che spieghebbe perché ci sono persone che seppur infettate dal virus SARS-CoV-2, restano asintomatiche.
I ricercatori hanno analizzato e confrontato dati di vari pazienti fra cui: 49 con infezione da Covid grave (ma senza altre patologie di base), 69 operatori ospedalieri asintomatici e un gruppo di controllo. I campioni appartengono a persone dell’area nord-est dell’Inghilterra durante il primo lockdown.
Saranno ovviamente necessari altri test di confronto su campioni più numerosi e su aree geografiche più vaste.
La presenza di geni è relazionata alla latitudine e longitudine entro cui si vive
Per verificare i dati è stato usato un sequenziamento di nuova generazione che permette analisi in dettaglio e su larga scala, in particolare sui geni HLA (Human Leukocyte Antigens, antigene leucocitario umano), un sistema di geni che codificano le proteine che si trovano sulla superficie cellulare e che hanno un ruolo per quanto riguarda la regolazione del sistema immunitario.
È noto che il gene dell’antigene leucocitario umano identificato, HLA-DRB1*04:01, è direttamente correlato alla latitudine e alla longitudine. Ciò significa che è probabile che più persone nel nord e nell’ovest dell’Europa abbiano questo gene.
Secondo Carlos Echevarria del Translational and Clinical Research Institute, Università di Newcastle, uno degli autori dello studio, è una scoperta che potrebbe chiarire il perché durante la pandemia da Covid-19, alcuni gruppi di individui restano asintomatici, rispetto ad altri.
Ai ricercatori era già risaltato da tempo il legame che c’è fra la presenza più frequente di un gene nel corpo di un essere umano e longitudine – latitudine entro le quali quella stessa persona vive.
David Langton, uno dei responsabili della società ExplantLab che ha contribuito al finanziamento dello studio ha aggiunto: “Alcune delle scoperte più interessanti sono state le relazioni tra longitudine e latitudine e la frequenza del gene HLA. È noto da tempo che l’incidenza della sclerosi multipla aumenta con l’aumentare della latitudine. Ciò è stato in parte attribuito alla ridotta esposizione ai raggi UV e quindi ai livelli più bassi di vitamina D. Non eravamo a conoscenza, tuttavia, che uno dei principali geni di rischio per la SM, ovvero DRB1*15:01, sia direttamente correlato alla latitudine.”
“Questo mette in evidenza la complessa interazione tra ambiente, genetica e malattia. Sappiamo che alcuni geni HLA sono sensibili alla vitamina D e che i bassi livelli di vitamina D sono un fattore di rischio per il COVID grave e stiamo facendo ulteriori lavori in questo settore”, conclude Langton.
(Fonte e approfondimenti: Gene protection for Covid-19 identified)