Emicrania cause neurologiche nuove scoperte: modifiche negli spazi perivascolari.
Una nuova scoperta scientifica significativa riguarda l’emicrania e un nuovo possibile indizio per trovare una cura per questa condizione. Un gruppo di ricercatori ha osservato che gli spazi perivascolari, che sono spazi contenenti liquido attorno ai vasi sanguigni del cervello, sembrano essere ingranditi nelle persone che soffrono di emicrania, sia episodica che cronica.
L’emicrania è una condizione molto fastidiosa che può causare sintomi come vertigini, disturbi alla vista, nausea e fotosensibilità. Tuttavia, le cause scatenanti dell’emicrania non sono ancora del tutto chiare, e non esiste una cura efficace per tutti i pazienti.
Cause emicrania: modifiche nel cervello
Il team ha condotto uno studio su pazienti affetti da emicrania episodica senza aura e emicrania cronica, notando i cambiamenti negli spazi perivascolari in una specifica regione del cervello chiamata centrum semiovale. Questi cambiamenti non erano mai stati registrati in precedenza, e ciò apre nuove possibilità di comprensione dell’emicrania.
Gli spazi perivascolari fanno parte di un sistema di eliminazione dei fluidi nel cervello, e studiare come essi contribuiscono all’emicrania potrebbe aiutare a comprendere meglio le cause di questa condizione. Si ritiene che l’emicrania possa essere correlata a un problema con l’impianto idraulico del cervello, poiché il sistema glinfatico, che si occupa dello svuotamento dei rifiuti cerebrali, utilizza i canali perivascolari per il trasporto.
Monitoraggio dei cambiamenti microvascolari con la risonanza magnetica 7T
I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica 7T ad altissimo campo per confrontare i cambiamenti microvascolari strutturali in diversi tipi di emicrania. “A nostra conoscenza, questo è il primo studio che utilizza la risonanza magnetica ad altissima risoluzione per studiare i cambiamenti microvascolari nel cervello dovuti all’emicrania, in particolare negli spazi perivascolari”, ha detto Wilson Xu, medico della University of Southern a Los Angeles. “Poiché la risonanza magnetica 7T è in grado di creare immagini del cervello con una risoluzione molto più elevata e una qualità migliore rispetto ad altri tipi di risonanza magnetica, può essere utilizzata per dimostrare cambiamenti molto più piccoli che si verificano nel tessuto cerebrale dopo un’emicrania”.
Sebbene il legame esatto tra gli spazi perivascolari ingranditi e l’emicrania non sia ancora chiaro, i risultati dello studio suggeriscono che questo fenomeno potrebbe avere un ruolo importante nel manifestarsi della condizione. Queste nuove scoperte potrebbero ispirare futuri studi su larga scala per approfondire la comprensione di come i cambiamenti nei vasi sanguigni e il flusso di sangue nel cervello contribuiscano a diversi tipi di emicrania.
“I risultati del nostro studio potrebbero aiutare a ispirare futuri studi su larga scala per continuare a studiare come i cambiamenti nei vasi microscopici del cervello e l’afflusso di sangue contribuiscono a diversi tipi di emicrania“, ha concluso Xu.
(Approfondimenti: Ultra-high-res MRI reveals how migraine changes the brain)