Covid-19 e gruppo sanguigno: contagi favoriti dagli antigeni. Ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), guidati da Giancarlo Ruocco, hanno sviluppato un modello matematico per capire se la trasmissione del Sars-Cov-2 sia legata al gruppo sanguigno. L’ipotesi dei ricercatori si basa su un precedente studio effettuato nel 2020 all’Università di Nantes in Francia, secondo il quale la trasmissione del virus potrebbe essere connessa alla compatibilità fra gruppo sanguigno dei soggetti contagiati.
Ruocco riferisce all’Ansa: “Tutto nasce dall’ipotesi avanzata nel 2020 da un gruppo di ricerca francese dell’università di Nantes secondo i quali la trasmissione del virus fosse connessa al gruppo sanguigno degli infetti”.
E’ risaputo che il sangue umano è classificato in 4 differenti gruppi sanguigni (0, A, B e AB) che si distinguono in base alla presenza di antigeni sulla superficie dei globuli rossi. Gli antigeni sono particolari molecole che identificano il gruppo e sono fondamentali per riconoscere la compatibilità fra un gruppo e l’altro, in quanto innescano le risposte immunitarie. Secondo questo meccanismo chi appartiene al gruppo 0 RH negativo può donare il sangue a tutti i gruppi, ma può ricevere solo dal suo stesso gruppo. I soggetti che hanno gruppo AB possono invece ricevere da tutti, ma donare solo a chi ha gruppo AB.
Trasmissione Covid-19 e gruppo sanguigno
“L’ipotesi dei ricercatori francesi è che in qualche modo il virus una volta replicatosi in un soggetto porti con sé queste stesse informazioni, integrando al suo esterno gli antigeni del gruppo sanguigno. Ne consegue allora che chi ha sangue appartenente al gruppo AB può essere infettato da qualsiasi individuo mentre chi è 0 può contagiare chiunque senza discriminazione di gruppi sanguigni“, ha spiegato Ruocco. “Per verificare questa ipotesi abbiamo sviluppato un modello matematico che teneva conto delle variazioni della distribuzione dei gruppi sanguigni che esistono tra nazione e nazione, ad esempio sappiamo che in sud America c’è una forte prevalenza del gruppo 0 mentre in Asia c’è grande omogeneità di tutti i gruppi”.
Il modello statistico ha dato risultati che confermano la validità dell’ipotesi. I risultati sono stati messi a confronto con l’andamento dell’infezione in 78 paesi durante le primissime fasi del contagio, prima che ciascun paese iniziasse a contrastare l’infezione con misure preventive quali lockdown, distanziamento fisico e uso di mascherine chirurgiche.
“Possiamo dire che il nostro lavoro ha confermato statisticamente la validità dell’ipotesi iniziale” ha detto Ruocco.
Bisognerà però effettuare verifiche sperimentali per capire se questo meccanismo sia presente anche nei singoli casi, tra singoli gruppi di contagiati. “Se fosse vero – ha concluso il ricercatore dell’IIT – si potrebbero anche adottare strategie più efficienti per limitare la diffusione cercando ad esempio di limitare i contatti tra soggetti i cui gruppi sanguigni siano particolarmente ‘affini”.
Lo studio è pubblicato su Plos One.
(Fonte notizia ANSA)