Cancro alla prostata: scoperta una proteina fondamentale per nuove cure che si potrebbero basare su farmaci immunoterapici risolutivi.
Lo studio è pubblicato sulla rivista European Urology e spiega come la ricerca sia iniziata con lo scopo di provocare l’azione dei globuli bianchi contro il cancro. Gli scienziati infatti stanno cercando di comprendere come ottenere risultati efficaci dall’immunoterapia, che finora ha dato esiti sorprendenti su alcuni tipi di malattie, ma non sul cancro alla prostata.
Ora, i ricercatori dell’Istituto di Ricerca sul Cancro (ICR) e del Royal Marsden Hospital di Londra, hanno scoperto che la proteina chiamata CD38 potrebbe essere la causa della mancanza di efficacia dell’immunoterapia nei malati di cancro alla prostata. Inoltre hanno capito che il cancro è più difficile da trattare se aumentano i livelli di questa proteina.
Il ruolo della proteina CD38 nel cancro alla prostata
Gli studiosi hanno osservato che il cancro dirotta i globuli bianchi chiamati cellule B e li manipola per produrre CD38. Ciò suggerisce che toglie l’energia necessaria agli altri globuli bianchi e indebolisce il sistema immunitario che dovrebbe uccidere il tumore.
Si deduce che farmaci che prendono di mira la CD38 potrebbero potenziare il sistema immunitario che agirebbe contro le cellule tumorali. I farmaci di questa tippologia sono già esistenti e le sperimentazioni sono in corso. Infatti, i ricercatori credono che farmaci che agiscono contro la proteina, come il Daratumumab per il mieloma multiplo, sono promettenti anche contro il cancro alla prostata perché risvegliano la risposta immunitaria anti-cancro.
In un test è stato somministrato a 24 pazienti con cancro alla prostata avanzato, il farmaco immunoterapico Isatuximab, impiegato per il cancro del sangue: il risultato ha visto una riattivazione dei globuli bianchi che sono in grado di uccidere il tumore.
Il ricercatore professor Johann de Bono ha detto: “Ci sono molte prove che il cancro alla prostata causa quella che chiamiamo tolleranza immunitaria, ovvero il cancro evita al corpo dall’attaccarlo con le sue cellule immunitarie. I nostri risultati suggeriscono che possiamo prendere di mira le cellule immunitarie che mostrano le proteine CD38 per risvegliare il sistema immunitario“.
Inoltre, con il test per rilevare la CD38 si potrebbero selezionare pazienti con una prognosi sfavorevole e valutare la probabilità che rispondano a determinati trattamenti.
Se i risultati verranno confermati si tratterebbe di una svolta chiave per la cura del cancro alla prostata, il tipo di malattia oncologica più comune negli uomini, colpisce infatti 48.500 soggetti all’anno e provoca quasi 12.000 morti.