Sclerosi multipla: scoperti autoanticorpi marcatori nel sangue.
Un recente studio californiano pubblicato su medRxiv ha rilevato la presenza di autoanticorpi specifici nel sangue di alcune persone affette da sclerosi multipla diversi anni prima della comparsa dei sintomi iniziali. Questi anticorpi ribelli, che attaccano le cellule del corpo anziché i patogeni, potrebbero aprire la strada a nuovi metodi di screening precoce per la malattia.
Attualmente, la diagnosi della sclerosi multipla si basa principalmente sull’osservazione dei sintomi, come disturbi visivi, della sensibilità e perdita di forza muscolare, il che può richiedere molto tempo e ritardare l’inizio dei trattamenti farmacologici.
Scoperta di autoanticorpi prima dell’insorgenza della sclerosi multipla
Il ricercatore Colin Zamecnik dell’Università della California a San Francisco ha condotto lo studio, analizzando campioni di sangue prelevati dal Serum Repository del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I campioni sono stati prelevati da 250 persone con sclerosi multipla prima e dopo l’insorgenza dei sintomi, e confrontati con quelli di soggetti sani della stessa fascia di età, origine e genere.
Utilizzando un mix di 750.000 possibili proteine bersaglio presenti nel corpo umano, gli scienziati hanno esposto i campioni di sangue per individuare la presenza di autoanticorpi. Hanno scoperto che in una piccola, ma significativa parte dei pazienti con sclerosi multipla, era presente un tipo specifico di autoanticorpi che prendeva di mira 54 proteine già prima dell’insorgenza dei sintomi.
Questa “firma autoimmune” è stata riscontrata in circa trenta persone, di cui 27 hanno successivamente ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla. La scoperta suggerisce che questi autoanticorpi potrebbero servire come indicatore precoce dell’inizio della malattia.
Per confermare i risultati, il team ha analizzato il fluido spinale di 126 persone con sintomi neurologici, di cui 103 hanno successivamente ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla. Gli autoanticorpi sono stati trovati in 8 pazienti con sclerosi multipla. Anche se questa firma autoimmune è presente solo in circa il 10% dei pazienti con sclerosi multipla, potrebbe comunque essere molto utile per la diagnosi precoce e l’individuazione di pazienti a rischio o sottogruppi diversi della malattia.
Se confermati, questi segnali autoimmuni potrebbero non solo contribuire a una diagnosi più tempestiva, ma anche aiutare a identificare pazienti a rischio e a classificare sottogruppi di sclerosi multipla con diverse cause.
Nonostante non ci siano ancora cure per la sclerosi multipla, i farmaci specifici possono ridurre la frequenza e la gravità dei sintomi.