Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications ha scoperto che i cambiamenti nella flora intestinale, favoriscono lo sviluppo del diabete di tipo 2. In particolare una molecola è causa del prediabete ed è frutto di una dieta squilibrata.
Studiando 1990 soggetti i ricercatori hanno scoperto che presentavano alti livelli di imidazolo propionato, molecola che rende le cellule resistenti all’insulina nel diabete di tipo 2. Il ricercatore e coautore Fredrik Bäckhed, professore di medicina molecolare all’Università di Göteborg, crede che i livelli alti di questa molecola nel sangue, siano legati alla condizione di prediabete, cioè la fase precedente allo sviluppo vero e proprio della malattia.
Questa considerazione fa concludere che l’imidazolo propionato favorisca la progressione del diabete 2.
Legame fra microbiota e diabete
Secondo il gruppo di ricercatori che aveva già indagato sul legame fra microbiota intestinale e diabete, l’alterazione è causa di un diverso metabolismo dell’amminoacido istidina, il quale è responsabile di un aumento della produzione di imidazolo propionato.
Karine Clément, che ha condotto la ricerca, afferma: “È interessante notare che i nostri risultati suggeriscono che è il microbiota intestinale alterato, piuttosto che l’assunzione di istidina nella dieta, che influenza i livelli di imidazolo propionato.” L’istidina è un amminoacido presente in prodotti a base di proteine della carne e dei latticini.
Concludendo si può affermare che le alterazioni della flora intestinale sono sempre frutto di una dieta poco equilibrata, come asserisce Clémente: “Una dieta malsana è associata con livelli aumentati della molecola in chi soffre di diabete di tipo 2”.
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