Rallentare invecchiamento: scoperto ruolo proteina Beclin-1. La mutazione della proteina Beclin-1 è alla base dei processi di invecchiamento. Una nuova ricerca ha fatto emergere che nei topi che mostravano la mutazione della proteina, l’invecchiamento era molto più lento e si mantenevano in buona salute più a lungo.
Beclin-1 ha un ruolo cruciale nei processi di riciclo cellulare: questa proteina è già conosciuta perché responsabile dell‘autofagia, il meccanismo cellulare che permette la degradazione e il riciclo dei componenti cellulari danneggiati. Tale scoperta fu premiata nel 2016 con il Nobel per la Medicina.
Beclin-1 e il rallentamento dell’invecchiamento
La nuova scoperta, pubblicata sulla rivista Nature da ricercatori del Centro per la salute dell’Università del Texas sud-occidentale guidati da Beth Levine, è importante per future terapie che mirino a contrastare l’invecchiamento prematuro e i disturbi ad esso legati.
Il team di ricerca aveva già individuato in uno studio precedente, che la mutazione di Beclin-1 aumentava la percentuale di riciclo nel cervello e nei muscoli e migliorava le funzioni cognitive dei topi malati di Alzheimer. Adesso gli stessi ricercatori hanno scoperto che la stessa mutazione favorisce la longevità e riduce il rischio di sviluppare tumori e diverse malattie legate a cuore e reni.
“Levine e colleghi hanno prodotto dati eccellenti, mostrando che l’autofagia può allungare la vita del 12%”, commenta David Clancy della Lancaster University, non coinvolto nello studio. “Questo lavoro è molto importante, perché completa quello precedente”, dichiara Ilaria Bellantuono dell’Università di Sheffield, anche lei estranea alla ricerca, “e fa capire che è possibile interferire con i meccanismi dell’invecchiamento, ritardandone i segni”.