Rischi in gravidanza: esposizione a sostanze chimiche espone il feto a deficit neurologici e ritardo nel linguaggio dei neonati.
Il mix di sostanze chimiche ambientali (come PFAS, BPA e ftalati) a cui le donne incinte possono essere esposte, sono degli interferenti endocrini, ovvero modificano la regolazione degli ormoni. Ciò è causa di problemi nello sviluppo del feto, con aumento del rischio di deficit neurologico e ritardo nel linguaggio.
Lo studio che lo dimostra è denominato EDC-MixRisk ed è pubblicato su Science da un team internazionale, di cui fa parte anche l’Italia con l’Università degli Studi di Milano, l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e lo Human Technopole.
Ftalati, bisfenolo A, PFAS alterano gli ormoni
Finora si era tenuto conto dell’impatto sulla salute delle singole sostanze chimiche, ma questo studio valuta i rischi dell’esposizione alle loro miscele. Questo dovrà far riconsiderare le misure di sicurezza per la salute relative a questi cocktails.
Il mix di una serie di ftalati, bisfenolo A (BPA) e composti perfluorurati (PFAS), alterano il sistema endocrino e dei geni che sono coinvolti con l’autismo e la disabilità intellettiva.
Lo studio è stato condotto in tre fasi. In una prima fase sono state seguite circa 2000 donne dall’inizio della gravidanza fino all’età scolare dei bimbi. Sono state identificate le sostanze chimiche nel sangue e nelle urine e si è vista una correlazione fra la miscela presente e un ritardo nello sviluppo del linguaggio nei bambini all’età di 30 mesi.
In seguito, studi sperimentali su modelli animali e mini cervelli umani riprodotti in provetta (organoidi) hanno permesso di identificare i bersagli molecolari attraverso i quali il mix di sostanze chimiche (anche a basse concentrazioni) altera la regolazione dei circuiti endocrini e dei geni coinvolti nell’autismo e nella disabilità intellettiva.
Questi risultati sono stati poi utilizzati per sviluppare metodi di valutazione del rischio specifici per il mix di sostanze. Grazie a queste nuove soglie di rischio definite sperimentalmente, è emerso come fino al 54% delle gestanti fosse stato esposto a un aumentato rischio di ritardo del linguaggio nei nascituri.
“Questo studio è una pietra miliare per la tutela della salute pubblica e rende improcrastinabile un adeguamento legislativo che rispecchi il nuovo quadro di rischio delle sostanze tossiche ambientali, evidenziato per la prima volta in modo sistematico dai nostri dati”, commenta Giuseppe Testa, responsabile scientifico di EDC-MixRisk, professore di biologia molecolare all’Università di Milano, direttore del Centro di Neurogenomica presso Human Technopole e group leader presso l’Istituto Europeo di Oncologia.
L’unicità di questo lavoro scientifico “sta inoltre nell’aver dimostrato la fattibilità e l’efficacia della sinergia fra studi di popolazione e di laboratorio: un nuovo metodo che potrà essere applicato ad altri temi di salute pubblica”.
(Fonte notizia Ansa)